Natale è ormai alle porte e per tanti questo significa soprattutto una corsa agli acquisti, ai regali e una lunga serie di banchetti pantagruelici…Ma qual è la “colonna sonora olfattiva” delle feste? Molti profumi familiari sono diventati sinonimi di questo periodo dell’anno: biscotti alla cannella e allo zenzero, vin brulé, ceppi di legna sul fuoco, incenso durante la Messa, ecc. Tutti questi profumi sono arrivati a formare l’“impronta sensoriale” della fine dell’anno.
Come abbiamo visto l’anno scorso con l’articolo dedicato a una delle spezie più caratteristiche della stagione, la cannella, le ragioni per cui associamo il Natale a certi odori hanno generalmente una spiegazione pratica. In ogni caso, oggi pensiamo agli odori natalizi come caldi, ambrati, legnosi e speziati, basta dare un’occhiata alla selezione di candele che presentano queste note in questo periodo dell’anno!
Invece di analizzarli uno ad uno, ho pensato di tornare alle origini del Natale. In fondo, se vogliamo tornare al significato vero di questa festività, si tratta di una storia di redenzione e di amore. Una storia che inizia con una nascita. Quindi, il profumo principale dovrebbe essere quello di un bambino e di ciò che simboleggia, l’amore. E l’abbraccio di ogni mamma che, per la prima volta culla il proprio figlio tra le sue braccia, annusandogli dolcemente la testa. Come descrivere olfattivamente quest’esperienza?
È tenera ed accogliente, dolce, vagamente lattiginosa e delicata. Mi sono chiesta se non ci fossero stati profumi che avessero cercato di imitare il profumo di un bambino appena nato. Sicuramente già negli anni ’80 ci sono stati diversi profumi commercializzati per le neomamme e i loro bambini. Ricordo che quando ebbi il mio primo figlio, mia suocera mi regalò un flacone di “Petits et Mamans” di Bulgari, un soffice profumo muschiato e cipriato. Ma ci sono molti altri profumi simili, come “Le Ptisentbon”, del marchio Tartine et Chocolat, o “Bonne Etoile” di Dior.
In genere, sono caratterizzati da molti muschi bianchi, alcune note cipriate che ricordano l’iris (metilione, ecc.), alcuni accordi mandorlati (eliotropio/cumarina, ecc.) e alcuni fiori freschi come l’acqua di fiori d’arancio. Almeno nell’immaginario olfattivo francese/europeo, queste sono le note che compaiono spesso nelle creme per neonati e nei prodotti per l’infanzia, quindi le associamo istintivamente all’odore del bambino.
È interessante notare che negli ultimi anni sono apparsi una serie di profumi che non sono stati commercializzati in questo modo, ma che presentano note simili e traducono, a mio avviso, il senso di morbidezza e di comfort delle coccole. E queste fragranze sono state commercializzate da marchi dell’ultra lusso che, nelle loro linee più esclusive, hanno proposto quel che io considero “l’odore delle coccole”. Generalmente costruiti intorno a un accordo di mandorla polverosa, questi profumi sembrano riscontrare un certo successo. Quindi, se questo Natale ciò che desiderate soprattutto è l’amore e le coccole, ecco alcuni suggerimenti per voi.
-Comète, Chanel Les Exclusions
Uscito nel 2024 e creato da Olivier Polge, è il profumo più recente della lista. Come per la maggior parte dei profumi della collezione Les Exclusifs di Chanel, ero davvero molto emozionata di provarlo. Devo ammettere che è stato un p0′ deludente. Certo, non c’è nulla di sbagliato, non è ovviamente un cattivo profumo, ma non mi ha emozionata. Quello che mi sento di lodare è la sua decisa apertura di mandorla amara. È percepibile, anche se fugace, e sembra, al mio naso, che non stia cercando di piacere immediatamente. Si evolve poi in un profumo leggero e floreale, muschiato e cipriato, molto accogliente, molto soffice, molto avvolgente. Davvero incantevole, anche se un po’ noioso. Mi sono chiesta cosa abbia spinto Chanel a prendere questa direzione. È una svolta di 180° rispetto all’ultima uscita nel 2019 di “Le Lion” della collezione Les Exclusifs. Le persone che non lo amano daranno senza dubbio la colpa al “mercato asiatico”, affermando che è stato sviluppato con quella fascia demografica in mente, mentre “Le Lion” era chiaramente destinato a una clientela più mediorientale. Non lo so. Mi ci è voluto un po’ per apprezzare “Le Lion”, ma ora lo adoro, quindi darò sicuramente una possibilità a Comète. Il nome stesso “Comète” sembra, tra l’altro, del tutto in linea con il mio tema della natività.
-Dans Paris, Celine
Per farla breve, questo è un profumo alla vaniglia. Ma che riesce a sedurre anche una persona avversa a note dolci come me. Credo sia l’apertura aromatica (semi di coriandolo?) a tenere sotto controllo la dolcezza. Nella collezione l’Art et la Matière di Guerlain, c’è un altro profumo alla vaniglia, “Angelique Noire” (AN), che utilizza lo stesso trucco di aggiungere una nota di testa aromatica (in questo caso i semi di Angelica). Ma a differenza di AN, “Dans Paris” (DP) è a mio avviso più sobrio nella sua dolcezza, più delicato, più raffinato. È il perfetto equilibrio tra muschiato e dolce. Quindi, nel mio inconscio, la perfetta evocazione della pelle di un bambino coccoloso. Celine non rivela mai il nome del suo o dei suoi profumieri, il che, al mio avvisio, è una pratica piuttosto anacronistica. Naturalmente non ho nessuna infomazione dal marchio su quest’argomento, ma se dovessi azzardare un nome sarebbe quello di Olivier Polge, profumiere di Chanel e creatore del precedente profumo discusso qui e del successivo di Guerlain, “Cuir Beluga”, che creò prima di diventare profumiere esclusivo di Chanel. Vedete che c’è un filo conduttore!
In ogni caso, tornando a “Dans Paris”, so solo che quando lo indosso, anche se non è il mio stile, mi conforta e mi tranquillizza.
-Cuir Beluga, Guerlain L’Art et la Mature
Creato da Olivier Polge nel 2005, è, secondo l’addetto alle vendite Guerlain alla Rinascente qui a Roma, il loro best seller. Il nome, però, è piuttosto fuorviante. Pelle di beluga? Cosa intendono per “Cuir Beluga”? Beluga come il caviale? Una scelta davvero bizzarra a mio avviso, quindi dimenticate il nome.
Se andate sul sito di Fragrantica, la maggior parte degli utenti dirà che ci sono forti somiglianze tra “Dans Paris” e “Cuir Beluga”. Hanno ragione. Direi che sono simili all’85%. “Cuir Beluga” non è affatto un profumo di cuoio, al limite un profumo di camoscio, ma anche quello è appena percettibile. Il camoscio è solo un suggerimento, che fornisce una sorte di “spina dorsale” al profumo per evitare che esso risulti troppo “piatto”. Ciò che è molto percepibile è la sfaccettatura di mandorla, che costituisce, con la vaniglia, il carattere distintivo della composizione.
Nel complesso, preferisco leggermente “Cuir Beluga” a “Dans Paris”, perché la dolcezza è mitigata da una nota di mandorla amara più pronunciata. Ma il Guerlain costa 325 euro per 100 ml (una vera follia), mentre il Celine è un “affare” a 250 euro per 100 ml. Lo so, è assurdo, ed è per questo che ho solo campioni di entrambi.
In sintesi, non sto dicendo che dovreste comprare questi profumi; il mio intento era solo segnalare a coloro che fossero in cerca di profumi morbodi e coccolosi che in qualche modo riescono a evocare la tenerezza dell’amore materno, queste tre proposte.
Ciò detto, buone feste a tutti e auguri di cuore !