I profumi ispirati a romanzi o poesie non sono un’idea nuova.
Dopotutto, in un’epoca in cui la narrazione di una storia è fondamentale per il marketing della maggior parte dei marchi, quale modo più efficace di offrire un retroscena al proprio profumo se non quello di ancorarlo a una creazione letteraria esistente?
Mi viene in mente Vol de Nuit di Guerlain (Jacques Guerlain) (1919), basato sull’omonimo libro di Antoine de Saint Exupery, a mio modesto parere l’esempio più poetico e riuscito dell’anima di un romanzo tradotta in profumo, così come (La) Promesse de l’Aube (Francis Kurdjian) (2006) di MDCI, basato sul romanzo di Romain Gary, un’ode all’amore materno.
E chi può dimenticare il leggendario Mitsouko, sempre di Guerlain, basato sul romanzo di Farrès La Bataille? Quindi, anche se non è un concetto nuovo, c’è stata una tendenza crescente tra i marchi a prendere la letteratura come “raison d’être” creativa per i loro profumi, come il marchio tailandese Dusita, che crea profumi ispirati alla poesia di suo padre. Oppure Edition, un marchio con sede nel Regno Unito la cui missione è quella di “tradurre” famose opere letterarie in forma olfattiva. (Per esempio, On the road di Kerouac, anche se non sono sicura di chi sia il loro profumiere, le informazioni al riguardo sono un po’ scarse, un vero peccato).
Questo legame evidente, ma a mio avviso ancora poco sfruttato, tra le parole scritte e il profumo è ciò che ha spinto l’artista visiva Laura Amato ( www.lauramato.com) a creare un premio dedicato alla profumeria artistica e alla letteratura.
E quale luogo migliore per ospitare questo premio se non la città eterna?
Centro del mondo per secoli, punto di arrivo a cui tutte le strade conducevano, e certamente, culturalmente parlando, parte vitale dell’identità europea, Roma ha anche un lungo e antico legame con la profumeria, come spiega eloquentemente Laura sul sito di Aromata/Associazione LiberoStile (https://liberostile.org/en/aromata ).
Come nota a margine, penso anche che nel mondo moderno dove, tragicamente, le città antiche sono state progressivamente distrutte dalla guerra, dalla follia dell’uomo o da disastri naturali (si pensi a Saana nello Yemen, ad Aleppo in Siria o anche ad Atene, di cui è rimasta solo l’area dell’Acropoli) Roma sia davvero unica. I resti archeologici intatti della città risalgono a millenni fa, ammassati l’uno sull’altro come una torta storica millefoglie, indisturbati dalla realtà moderna e al tempo stesso un’entità viva non relegata allo status di museo della natura morta, il che è notevole.
È innanzitutto la città dei sopravvissuti, una testimonianza dell’irrilevanza del passare del tempo, un promemoria filosofico del fatto che siamo tutti solo un granello di polvere nella storia. È anche l’amorevole tributo a tutta la bellezza che l’uomo è capace di creare (e al suo caos, ma questa è un’altra storia…).
Ci penso ogni volta che accompagno i miei figli a scuola, passando davanti al Circo Massimo e al Palatino, con lo straordinario skyline della città all’orizzonte. Solo per questi motivi, non riesco a pensare a un luogo migliore per ospitare un evento dedicato alla profumeria artistica e alla letteratura.
Questa prima edizione del Premio Aromata, intitolata “Profumo: Codice Espressivo”, si è svolta quest’anno dal 16 al 18 maggio nella raffinata libreria Spazio Sette, all’interno del Palazzo Cavallerini Lazzaroni, di una bellezza sconvolgente, a due passi da Via del Corso e Largo Argentina. (https ://www.instagram.com/spaziosette_libreria).
Con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, il premio è stato un invito aperto a tutti i profumieri, principianti o esperti, indipendenti o che lavorano per una casa di composizione, a presentare le loro creazioni olfattive basate su un’opera d’arte letteraria.
Il tema di questa prima edizione era l’idea di ciò che è “invisibile tra le righe”, ciò che è lasciato in sospeso, un percorso dedicato al legame tra la parola scritta e la sua traduzione olfattiva. I lavori presentati erano 17, di cui uno era un profumo solido in un amuleto, che non ho avuto la fortuna di annusare quando mi sono incontrata qualche giorno fa con Laura Amato e la sua amica Erica Lehmann, entrambe fondatrici dell’Associazione LiberoStile (dietro al Premio Aromata) per scoprire i loro lavori.
Alcuni brand mi erano familiari, come Masque Milano o il marchio di profumi naturali April Aromactics, ma la maggior parte non lo era. I premi assegnati sono stati due: il premio della giuria, composta da addetti ai lavori e specialisti come la profumiera e proprietaria del marchio (4160 Tuesday) Sarah McCartney (che potete vedere testare il “sillage” delle proposte sul suo instagram: https://www.instagram.com/p/C6qoVNOoRP6/?hl=en), Maria Celeste Lombardo, profumiera della casa di composizione italiana Moellhausen o il professor Giuseppe Squillace, storico del profumo nel mondo antico e noto autore.
Il premio della giuria è stato assegnato alla proposta di Masque Milano chiamata Balena Bianca, ovviamente basata sul capolavoro di Herman Melville Moby Dick. Un’interpretazione molto originale e inaspettata di un profumo marino, più incentrato sull’ambra grigia e le sue sfaccettature minerali e animali che su un vero e proprio profumo marino tradizionale basato su sostanze aromatiche come il calone. In poche parole, non ha nulla a che vedere con Cool Water e Aqua di Giò, i profumi marini degli anni ’90 che hanno simboleggiato quel decennio. L’inclusione evidente dell’assoluta di osmathus riesce ad aggiungere dolcezza e fruttuosità che vengono sempre tenute sotto controllo, collegandosi all’aspetto animalesco dell’ambra grigia che è alla base del profumo. Molto ben fatto, anche se personalmente non posso dire che annusandolo alla cieca penserei subito a Moby Dick, ad essere sincera, ma è la magia dell’ispirazione personale.
Il secondo premio, quello del pubblico, è stato assegnato a un giovane diplomato dell’Atteneo dell’Olfatto, una nuova realtà del panorama italiano che funge sia da fornitore di materie prime, sia da casa di composizione e centro di formazione per aspiranti profumieri. Il profumo è accreditato a Edoardo Tacconi (profumiere) e Claudio Calafiore (direttore creativo).
Basato sull’opera teatrale di Shakespeare Sogno di una notte di mezza estate, il profumo si chiama Di Mezza Estate ed è una fragranza floreale piacevole, giocosamente fruttata e cipriata, che piace facilmente e che posso capire possa sedurre una folla. Con che il creatore del brand ha creato l’inclusione di note di latte e mandorla, il profumo si avvicina a un profumo gourmand, ma riesce a rimanere sufficientemente sobrio da evitare la trappola dello zucchero.
L’altro profumo di Ateneo dell’Olfatto, Ecclisi (quindi no, non è basato sulla saga di Twilight…), è stato creato da Giulia Riccardi ed è l’opposto. Basato sul Ritratto di Dorian Grey di Oscar Wilde, è un profumo fumoso e ammaliante, che evoca stanze rivestite di quercia e sigari fumati accanto al camino. Gli do il massimo dei voti per essere riuscito a tradurre un libro in forma profumata.
Meditazione, di Claudia Scattolini, è dedicato agli scritti di Ernest Hemingways e alla storia e alla magia della sua vita tumultuosa. Non sorprende, visto ciò che sappiamo dello scrittore, che il profumo presenti note di cuoio, tabacco, rum, patchouli e cacao, alleggerite da gelsomino e bergamotto. Un profumo avvolgente e caldo, sorprendentemente morbido…
Dickens in Varanasi del brand Then There è un profumo legnoso e speziato. È l’insolito punto d’incontro, ideato dal creatore del brand, tra Varanasi in India e le atmosfere del romanzo Grandi Speranze di Dickens. Una connessione intrigante che sottolinea ancora una volta come il profumo sia la porta verso infinite possibilità immaginative. A mio avviso, una bellissima interpretazione di un profumo attorno all’incenso che indosserei molto volentieri. Mistico e meditativo quindi, per me, più Varanasi che Dickens…
C’erano altri profumi meravigliosi ma, annusandoli tutti in breve successione, non riesco a rendergli giustizia in un unico articolo. Erano tutti intriganti, tutti mi facevano pensare al possibile legame con il testo che ne ha ispirato la creazione.
Il premio Aromata è pensato per gli amanti dei profumi e dei libri, per coloro che apprezzano la creatività, il potere dell’immaginazione e la licenza artistica. Aromata è anche l’omaggio a due donne amiche fin dall’infanzia, Laura ed Erica, che hanno unito la loro passione e il loro know-how per creare questo bellissimo evento. Aiutiamolo tutti a svilupparsi e a crescere. Io per primo sono entusiasta dell’edizione del prossimo anno!